Che cos’è la dermoabrasione, come evitarla e perché scegliere in alternativa la rimozione dei tatuaggi con il laser.
Rimozione tatuaggi: quali sono le varie tecniche?
Come abbiamo visto in altri articoli, nell’universo della rimozione tatuaggi esistono diverse tecniche tra le quali scegliere. Quella che va per la maggiore negli ultimi anni, grazie ai suoi tanti vantaggi, è di certo la rimozione tatuaggi con il laser.
Esistono però altri metodi, i più famosi dei quali sono la rimozione chirurgica – attraverso l’asportazione della pelle tatuata – e la dermoabrasione. In cosa consiste questo ultimo trattamento? Quali sono i vantaggi, e quali invece gli svantaggi di questa peculiare tecnica di rimozione tatuaggi?
La dermoabrasione: che cos’è?
La rimozione tatuaggi con dispositivo laser è una tecnica molto recente e innovativa. La dermoabrasione, invece, è un trattamento piuttosto datato. Ad introdurla fu infatti un dermatologo di New York, nel 1953. La tecnica inventata da Abner Kurtin è piuttosto semplice da comprendere. Prevede la rimozione della parte più superficiale della pelle, per apportare delle correzioni piccole e grandi.
Approfondimenti
Il concetto – semplificando al massimo – è simile a quello usato in falegnameria per ‘rinnovare’ vecchi mobili o serramenti in legno: si ‘gratta’ via la parte usurata per lasciare spazio ad una superficie incontaminata.
Ecco, la dermoabrasione ha esattamente questo scopo nel campo della dermatologia e della medicina estetica. Da decenni questo metodo viene infatti utilizzato per attenuare diversi piccoli inestetismi, andando quindi a minimizzare eventuali rughe, smagliature e macchie cutanee.
Con l’andare degli anni, qualcuno ha pensato di iniziare ad utilizzare questa tecnica anche per la rimozione tatuaggi. Come funziona in questo caso?
Dermoabrasione per rimozione tatuaggi
Per rimuovere i tatuaggi attraverso questa tecnica lo specialista utilizza un dispositivo chiamato dermoabrasore, il quale permette di eseguire la rimozione meccanica degli strati più superficiali dell’epidermide.
Tale strumento è dotato di una testa rotante, la quale a sua volta può ospitare una fresa diamantata o delle spazzole in acciaio. Una volta acceso il dermoabrasore, la testa rotante inizia a girare a velocità altissime, e viene quindi premuta dal dottore sulla pelle da trattare.
Come si può immaginare, la pressione esercitata dall’operatore condiziona concretamente il lavoro. Una pressione leggera porta alla rimozione della sola parte superficiale della pelle, mentre una pressione maggiore può portare all’abrasione della profondità dell’epidermide, andando quindi a danneggiare anche in modo serio la pelle del paziente.
Si tratta dunque di un intervento concettualmente ‘semplice’, il quale però deve essere eseguito solamente da personale molto esperto, in grado di dosare alla perfezione la pressione da esercitare sulla pelle.
Va sottolineato che sempre, in ogni caso, la dermoabrasione lascia sulla pelle delle cicatrici, o comunque dei segni dell’abrasione, caratteristica che porta a preferire nella stragrande maggior parte dei casi la rimozione laser dei tatuaggi.
Se il trattamento di dermoabrasione viene effettuato su un’area di pelle molto ridotta può essere effettuato in anestesia locale. Per le superfici più ampie, invece, è possibile procedere con l’anestesia totale, visto l’alto tasso di dolore che tale trattamento può comportare. La pelle deve infatti essere levigata in modo piuttosto marcato, così da permettere la fuoriuscita dell’inchiostro.
Tra gli svantaggi, oltre al dolore e alla comparsa di cicatrici più o meno vistose (in ogni caso più estese del tatuaggio stesso) va considerato il fatto che, soprattutto nel caso dei tatuaggi più profondi, la rimozione può non essere del tutto efficace.
Oltre a questo, non bisogna dimenticare che la dermoabrasione, andando a eliminare gli strati superficiali dell’epidermide, lascia di fatto una più o meno vasta zona dolorante, la quale va trattata per giorni successivi come una vera e propria ferita, con l’utilizzo di pomate antibatteriche e di bende speciali.
Pur non arrivando agli estremi della rimozione chirurgica dei tatuaggi, la dermoabrasione è comunque un intervento molto invasivo, il quale a fronte della comparsa certa di cicatrici non assicura un risultato soddisfacente.
Non è dunque un caso se, negli ultimi anni, il favore dei dermatologi e degli stessi pazienti si è spostato in modo marcato verso la rimozione tatuaggi mediante dispositivi laser, i quali rimuovono i pigmenti del tatuaggio senza danneggiare la pelle.