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- Il fenomeno dei tatuaggi in Italia è in costante crescita, con una diffusione notevole soprattutto tra i trentenni e i quarantenni. Tuttavia, a questa popolarità si contrappone un dato significativo sul pentimento. Secondo recenti studi, quasi sei persone tatuate su dieci finiscono per rimpiangere la propria scelta. Questa tendenza è confermata dall’aumento delle richieste di rimozione presso centri specializzati, evidenziando come la decisione di tatuarsi non sia sempre definitiva e possa portare a un ripensamento motivato da diverse ragioni personali ed estetiche.
- Le motivazioni che spingono alla rimozione di un tatuaggio sono variegate e profonde. Principalmente, la richiesta è dettata da ragioni estetiche, dal sentimento di vergogna per un disegno non più rappresentativo o dal desiderio di cancellare un ricordo doloroso legato al tatuaggio stesso. L’analisi demografica dei “pentiti” rivela un profilo specifico: si tratta in maggioranza di donne, spesso manager e professioniste nella fascia d’età tra i 30 e i 40 anni, che cercano una soluzione professionale per eliminare l’inchiostro indesiderato.
- La classifica dei tatuaggi più rimossi offre uno spaccato interessante sulle scelte di cui ci si pente più frequentemente. Al primo posto si trovano le iniziali o i nomi degli ex partner, seguiti da disegni realizzati male o da tatuaggi fatti in gioventù con amici con cui si è rotto il rapporto. Anche i tribali, un tempo molto di moda, e i tatuaggi di grandi dimensioni o troppo colorati rientrano tra i più cancellati, insieme a simboli politici o ideogrammi dal significato sconosciuto.
Tatuaggi più rimossi: ecco la classifica dei pentimenti
Eh sì, i tatuaggi in Italia vanno forte, sono una moda che non accenna a diminuire. Anzi, è vero il contrario: ogni anno il numero dei tatuatori e dei centri tatuaggi aumenta notevolmente, con un giro di affari in continua crescita. Su 100 italiani, 13 sono tatuati, una percentuale molto alta che raggiunge il suo picco tra i trentenni e i quarantenni. Va inoltre sottolineato che l’8% della popolazione tatuata è costituito da minorenni.
E fin qui non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che, in molti, subentra il pentimento. Quante persone vorrebbero tornare indietro e fermarsi prima di entrare dal tatuatore, decidendo magari di fare tutt’altro?
Approfondimenti
Grazie a uno studio condotto da Quanta System Observatory su circa 2000 persone di età compresa tra i 18 e i 60 anni, sappiamo che quasi 6 tatuati su 10 finiscono per pentirsi di questa azione. Questo dato, del resto, è confermato dal numero sempre maggiore di persone che, ogni anno, si rivolge a centri sanitari specializzati per la rimozione tatuaggi.
Leggi anche: Rimozione tatuaggi: attenzione alle strategie di rimpiazzo
I pentiti dei tatuaggi: un po’ di numeri
Quali sono i numeri di questo fenomeno?
Ebbene, se il 57% dei tatuati è pentito, il 41% di questo gruppo vorrebbe sostituire il tatuaggio con un altro disegno o con un’altra scritta, il 34% vorrebbe modificarlo e il 25%, invece, vorrebbe cancellarlo del tutto, ricorrendo a specifiche tecniche di rimozione tatuaggi.
Ma perché queste persone desiderano cancellare i propri tatuaggi?
Nel 38% dei casi il desiderio di rimozione tatuaggi ha fini prettamente estetici. Nel 35% dei casi, invece, i tatuati hanno iniziato a vergognarsi del proprio tatuaggio. Per il 28% dei pentiti, infine, un tatuaggio va eliminato per cancellare un ricordo a esso legato.
Ma qual è l’identikit del pentito? Il 54% di chi pensa seriamente alla rimozione tatuaggi è costituito da donne. In generale, si parla per lo più di manager e professionisti, tra i 30 e i 40 anni.
Anche gli aspiranti militari ricorrono alla rimozione tatuaggi con tecnologia laser! Vuoi sapere perché? Leggi l’approfondimento: Rimozione tatuaggi: concorsi militari e tatuaggi? Non sempre è possibile, ecco ciò che devi sapere a riguardo.
Rimozione tatuaggi: la top 10 dei tatuaggi da cancellare
Quali sono i tatuaggi che, più degli altri, finiscono per essere odiati, al punto da voler ricorrere a trattamenti di rimozione tatuaggi?
Nel 61% dei casi, il tatuaggio da cancellare è costituito dalle iniziali degli ex.
Ecco gli altri tattoo oggetto di rimozione tatuaggi:
- disegni eseguiti male dal tatuatore (45%);
- tatuaggi fatti insieme ad amici con i quali si è poi litigato (41%);
- i disegni tribali (33%);
- i tatuaggi molto grandi ed evidenti (31%);
- i disegni troppo colorati (28%);
- i simboli della squadra del cuore (25%);
- i tatuaggi equivoci, goliardici o imbarazzanti (22%);
- i tatuaggi relativi a ideologie politiche o a religioni (17%);
- gli ideogrammi cinesi o giapponesi, dei quali in molti casi non si conosce il reale significato (15%).
E questi sono solamente i primi 10!
Leggi anche: Rimozione tatuaggi: i rischi da conoscere prima di effettuare un trattamento
Tatuarsi e non pentirsi: alcuni consigli
Quindi sì, statisticamente parlando, chi porta uno di questi tatuaggi sul proprio corpo ha un’alta possibilità di pentirsi e di voler ricorrere, prima o poi, a un intervento per la rimozione tatuaggi.
Leggere questa lista, del resto, può anche semplificare la scelta di chi, nonostante l’alto numero di pentiti, ha comunque deciso di tatuare la propria pelle.
La prima regola, in questo senso, sarebbe quella di evitare i tatuaggi sopra riportati, ma non solo. È fondamentale anche scegliere attentamente la zona del corpo da tatuare, nonché rivolgersi a tatuatori professionali, rinomati ed esperti. Fare da “cavia” ad amici che vogliono imparare il mestiere è raramente una scelta giusta!
Fortunatamente, in ogni caso, oggi esistono tecniche molto efficaci e poco invasive che permettono di eliminare completamente i tatuaggi ormai indesiderati.
Grazie ai migliori dispositivi laser, infatti, è possibile cancellare i disegni senza danneggiare la nostra pelle.
Prima di cominciare qualsiasi trattamento di rimozione, è sempre raccomandata una visita specialistica. Per conoscere meglio i nostri servizi di rimozione tatuaggi, puoi contattarci o passare a trovarci direttamente in sede.
Affidarsi a un centro medico con esperienza, come il nostro Laser Milano, è la scelta più sicura: solo così potrai sottoporti a un trattamento realmente efficace, senza rischi per la pelle.
Tatuaggi più rimossi: domande frequenti
Quante persone si pentono del proprio tatuaggio?
Secondo una ricerca condotta su circa 2000 persone tra i 18 e i 60 anni, quasi 6 tatuati su 10 finiscono per pentirsi. Questo dato è confermato dall’aumento delle richieste presso centri specializzati per la rimozione dei tatuaggi. Il fenomeno è in crescita e colpisce persone di ogni età, ma in particolare i trentenni e i quarantenni. Il tatuaggio, spesso scelto in giovane età con leggerezza, può col tempo non rappresentare più chi lo porta. Le motivazioni del pentimento sono molteplici e riflettono cambiamenti personali, estetici o sociali.
Quali sono le ragioni più comuni per rimuovere un tatuaggio?
Le motivazioni principali che portano alla rimozione di un tatuaggio sono di tipo estetico, psicologico o sociale. Nel 38% dei casi si tratta di un’esigenza estetica, mentre il 35% delle persone si vergogna del proprio tatuaggio. Il 28%, invece, lo associa a un ricordo doloroso che desidera dimenticare. Inoltre, molte persone non si riconoscono più nel significato del disegno o del simbolo scelto. Spesso il tatuaggio è stato realizzato in un periodo della vita ormai lontano e non più rappresentativo.
Quali sono i tatuaggi che vengono rimossi più spesso?
In cima alla classifica dei tatuaggi più rimossi ci sono le iniziali o i nomi degli ex partner, che rappresentano il 61% dei casi. Seguono i tatuaggi eseguiti male (45%) e quelli fatti con amici con cui si è poi litigato (41%). Anche i disegni tribali, molto grandi, troppo colorati o con significati ambigui sono spesso cancellati. Tra i più rimossi ci sono anche simboli politici, religiosi o ideogrammi di cui non si conosce il reale significato. Si tratta di tatuaggi che col tempo diventano fonte di imbarazzo o disagio.