Strumenti di rimozione tatuaggi: che cos’è l’elettrodermografo e come funziona? Ecco tutti i pro e contro.
Elettrodermografo: davvero garantisce degli ottimi risultati nella rimozione dei tatuaggi?
Purtroppo in rete, intorno al topic della rimozione dei tatuaggi, c’è parecchia confusione. Dei metodi che non hanno alcuna reale possibilità di cancellare in modo soddisfacente dei tatuaggi vengono spesso promossi come efficaci, e altri dispositivi che sono in realtà concepiti per offrire un servizio diverso vengono talvolta presentati come macchinari persino ‘innovativi’ per la rimozione tatuaggi.
E questo, ovviamente, accade mentre tantissime persone cercano in rete delle informazioni affidabili per poter cancellare con risultati certi il proprio tatuaggio non più desiderato né apprezzato.
Tra gli apparecchi intorno ai quali c’è maggiore confusione, figura senza ombra di dubbio l’elettrodermografo: ne hai mai sentito parlare? Alcuni lo confondono con un vero e proprio dispositivo per la rimozione tatuaggi, paragonandolo dunque per esempio ai dispositivi laser specifici. La realtà, però, è diversa, e confondersi potrebbe essere persino dannoso.
Approfondimenti
Cos’è l’elettrodermografo?
Spiegare cos’è l’elettrodermografo è sicuramente più semplice dello spiegare cos’è e come funziona un dispositivo laser per la rimozione tatuaggi. Si tratta infatti di un particolare generatore di corrente ad alta frequenza inventato e brevettato da Michele Berretta.
Quest’ultimo è un tatuatore italiano che tatua da quasi tre decenni, e che tante, tantissime volte si è ritrovato a fare delle cover-up, ovvero a fare dei tatuaggi di copertura sopra a dei tattoo non più desiderati.
Tale operazione, però, non è semplice come si penserebbe, e non permette nemmeno una soddisfacente flessibilità. Per coprire a dovere un tatuaggio sottostante, infatti, è necessario realizzare un nuovo tatuaggio particolarmente pieno e scuro, unico modo per nascondere il disegno sottostante in modo sufficiente.
Berretta ha dunque deciso di cercare una soluzione che potesse agevolare la pratica del cover-up, ed è così che è arrivato a inventare l’elettrodermografo, il quale dunque non è in nessun modo un dispositivo che mira ad una vera e propria rimozione tatuaggi. Tale dispositivo, infatti, viene impiegato da alcuni tatuatori per ‘sbiadire’ un tatuaggio, così da permettere una più leggera, agevole e libera cover-up.
Ma come funziona questo particolare macchinario denominato elettrodermografo? Questo dispositivo si basa sulla generazione di corrente ad alta tensione, la quale, proiettata verso la pelle, va a disgregare i pigmenti del tatuaggio, i quali vengono poi in parte espulsi dalla derma mediante la formazione di una crosta superficiale.
Caratteristica peculiare della pelle trattata dall’elettrodermografo è l’elettrocoagulazione del tessuto epiteliale, la quale comporta un marcato cambiamento di colore della pelle, che si fa molto più chiara.
Non è un caso se l’elettrodermografo viene utilizzato anche per la realizzazione di elettrodermografie, ovvero di particolari disegni cutanei che, anziché sull’inserimento di inchiostro, prendono corpo a partire dalla scarificazione della pelle.
L’utilizzo principale di questo dispositivo, in ogni caso, resta quello della scarificazione dei vecchi tatuaggi, in preparazione di una successiva cover-up. Il tatuaggio viene dunque schiarito, ma non cancellato nel vero senso del termine.
Gli stessi produttori dell’elettrodermografo avvisano i consumatori di non utilizzare mai e per nessuna ragione il dispositivo per rimuovere completamente un tatuaggio indesiderato, sottolineando la natura non medicale del macchinario.
Lo stesso risultato dell’elettrodermografia dipende in larga parte dal tipo di pigmento utilizzato per la realizzazione del tatuaggio da cancellare, dall’età del tattoo e dalla sua profondità.
Cosa succede dopo un’elettrodermografia?
Al termine di una seduta di elettrodermografia, sulla pelle trattata sarà presente una crosticina marrone, destinata ad aumentare di spessore nelle ore seguenti. Le croste inizieranno cadere dopo una ventina di giorni, mentre la guarigione della pelle trattata avviene dopo circa quattro settimane.
Va detto però che la piena stabilità della pelle si raggiunge solamente nei mesi seguenti (la pelle trattata non va infatti esposta ai raggi solari durante i primi 40 giorni dalla seduta con l’elettrodermografo).