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- I tatuaggi all’henné vantano una storia millenaria, con origini che risalgono alle antiche civiltà dell’Asia e dell’Africa settentrionale, dove inizialmente avevano un profondo significato gerarchico e religioso. Riservati a sovrani e sacerdoti, questi ornamenti si sono poi evoluti, diventando un simbolo di buon augurio e bellezza, specialmente per le spose. Nel mondo occidentale hanno acquisito una valenza puramente estetica, trasformandosi in una moda popolare, soprattutto estiva, apprezzata per il suo carattere temporaneo e il suo fascino esotico.
- L’henné è una tintura completamente naturale ottenuta dalla polverizzazione delle foglie della pianta Lawsonia inermis. Il suo colore autentico varia dal marrone all’ocra, donando alla pelle disegni temporanei e ai capelli riflessi caldi. È fondamentale distinguere l’henné naturale da quello “nero”, che spesso contiene coloranti artificiali come la para-fenilendiammina. Questa aggiunta, pur intensificando il colore, compromette la naturalezza del prodotto e introduce il rischio di reazioni allergiche, allontanandosi dalla tradizione sicura e autentica.
- Il principale vantaggio dei tatuaggi all’henné risiede nella loro natura temporanea, che elimina il rischio di pentimenti a lungo termine e la necessità di ricorrere a costosi e complessi trattamenti di rimozione laser. Il disegno svanisce naturalmente in circa tre settimane, a seconda di fattori come la zona del corpo e la cura della pelle.
Tatuaggi ad henné: tutti i vantaggi e perché per eliminarli non serve la rimozione laser
Belli, assolutamente indolori, naturali e, soprattutto, temporanei.
I tatuaggi ad henné hanno parecchi vantaggi, primo fra tutti quello di non dare luogo a pentimenti, evitando così la necessità di affidarsi agli specialisti della rimozione tatuaggi.
Approfondimenti
Ma da dove arrivano i tatuaggi ad henné? Perché sono così popolari? E come funzionano?
Vediamolo insieme in questo articolo di LaserMilano.
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Tatuaggi ad henné: un po’ di storia
I tatuaggi ad henné non sono certo stati inventati ieri. Al contrario, la loro tradizione affonda le radici secoli addietro, nelle popolazioni antiche dell’Asia e dell’Africa settentrionale (tracce di henné sono infatti state trovate nelle tombe dei faraoni).
Un tempo tale rito non era permesso a tutti: si trattava di un ornamento con precisi significati gerarchici e religiosi, e in quanto tale era riservato a sovrani e sacerdoti. Oggi, come tutti sappiamo, non è più così. Anche all’interno delle popolazioni che hanno inventato questa tecnica, infatti, l’henné viene ormai usato comunemente per decorare la pelle delle spose, nonché per i più disparati scopi protettivi e beneauguranti.
Nel mondo occidentale, invece, i tatuaggi ad henné hanno un puro significato estetico. Sono molto diffusi tra gli adolescenti, che vogliono provare l’emozione del tatuaggio senza contraddire i genitori e senza dover temere il pentimento e i successivi trattamenti di rimozione o di cover-up.
Ma non solo: i tatuaggi all’henné sono molto apprezzati anche da ragazze e donne adulte, che sfoggiano questi stupendi disegni soprattutto d’estate.
A portarli in auge nel mondo occidentale fu Madonna che, nel 1998, nel video musicale di “Frozen“, sfoggiava mani e piedi tatuati con l’henné. Da quel momento, le fotografie delle vip stregate da questa arte non si contano più, da Beyoncé a Kendall Jenner, passando per Lady Gaga e Ariana Grande.
Cos’è l’henné?
L’henné, la sostanza utilizzata per realizzare questi particolari tatuaggi, è una tintura del tutto naturale che si ricava dalla polverizzazione delle foglie della pianta di henna, un vegetale che molto probabilmente trova le sue origini in Arabia.
Va sottolineato che l’henné non si utilizza solo per i tatuaggi, ma anche come tinta naturale per i capelli: nel caso dei capelli biondi permette di ottenere un tono rossiccio, mentre nel caso di quelli più scuri dona invidiabili riflessi ramati.
Il colore naturale dell’henné è una via di mezzo tra il marrone e l’ocra.
Talvolta si vedono però dei tatuaggi ad henné decisamente neri: in quel caso, alla pasta è stato aggiunto un colorante artificiale, il che ne compromette la naturalezza.
I tatuaggi all’henné: caratteristiche
Come anticipato, la caratteristica principale dei tatuaggi all’henné è quella di essere temporanei. Nessuno dovrà dunque ricorrere a terapie di rimozione tatuaggi con laser, né a interventi di rimozione chirurgica. Il tatuaggio, infatti, svanisce da solo in circa venti giorni.
La durata effettiva può variare in base a molti fattori.
La dimensione del disegno, la zona interessata, i lavaggi, l’eventuale sfregamento con i vestiti e l’uso di creme sono tutti elementi che possono influenzare la permanenza del tatuaggio temporaneo.
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Henné: eventuali effetti collaterali
Nella stragrande maggioranza dei casi, l’henné non comporta alcun tipo di effetto collaterale. In alcune sfortunate circostanze, e solo nel caso in cui alla pasta sia stato aggiunto un colorante scuro, si possono però riscontrare delle fastidiose dermatiti.
La responsabile sarebbe la para-fenilendiammina, una sostanza capace di innescare lievi irritazioni che, in alcuni soggetti, potrebbero dare il via a dermatiti o persino a reazioni allergiche sistemiche.
Anche per questi semplici tatuaggi temporanei, dunque, è sempre meglio rivolgersi a veri professionisti, che utilizzeranno solo le sostanze più sicure per decorare la nostra pelle.
Tatuaggi ad henné: domande frequenti
Quanto dura un tatuaggio all’henné e come si può rimuovere?
Un tatuaggio all’henné ha una durata media di circa due o tre settimane. Questo intervallo di tempo, tuttavia, non è fisso e può variare significativamente in base a diversi fattori, tra cui il tipo di pelle, la zona del corpo in cui viene applicato il disegno e la frequenza dei lavaggi. Ad esempio, un tatuaggio su mani o piedi, aree soggette a maggiore sfregamento e pulizia, tenderà a svanire più rapidamente. La sua rimozione avviene in modo naturale con il ricambio cellulare della pelle, senza bisogno di interventi specifici come il laser. Una leggera esfoliazione può accelerare il processo.
I tatuaggi all’henné sono sempre sicuri o ci sono dei rischi?
L’henné naturale, di colore marrone-rossastro, è considerato molto sicuro e raramente causa problemi. I rischi emergono principalmente con il cosiddetto “henné nero”, una miscela che non è naturale e contiene un colorante chimico chiamato para-fenilendiammina (PPD). Questa sostanza può scatenare reazioni allergiche anche gravi, come dermatiti da contatto, vesciche, arrossamenti e, in casi rari, cicatrici permanenti. Per garantire la massima sicurezza, è fondamentale rivolgersi a professionisti affidabili che utilizzino esclusivamente pasta di henné pura e naturale, chiedendo sempre informazioni sulla composizione del prodotto prima dell’applicazione.
Qual è la differenza fondamentale tra un tatuaggio all’henné e un tatuaggio permanente?
La differenza principale risiede nel modo in cui il colore viene applicato e dove si deposita. Il tatuaggio all’henné è una colorazione superficiale: la pasta tinge solo lo strato più esterno della pelle, l’epidermide, e svanisce con il naturale processo di esfoliazione cellulare. È un procedimento completamente indolore. Al contrario, un tatuaggio permanente è realizzato tramite aghi che iniettano l’inchiostro in profondità nel derma, lo strato sottostante l’epidermide. Questo rende il disegno duraturo, poiché le cellule del derma sono molto più stabili, ma implica anche un processo doloroso e un impegno definitivo.