In questo articolo parliamo di…
- La normativa italiana, attraverso la Direttiva del 26 luglio 2012, stabilisce regole precise per i tatuaggi del personale militare, con l’obiettivo di salvaguardare il decoro e l’immagine delle Forze Armate. Avere un tatuaggio non comporta l’esclusione automatica dai concorsi, ma la sua idoneità viene valutata attentamente.
- Sono considerati inidonei e quindi vietati tutti i tatuaggi visibili quando si indossa una qualsiasi delle uniformi previste, inclusa quella estiva o ginnica, che espone braccia e gambe. Indipendentemente dalla loro posizione, sono inoltre proibiti i tatuaggi con contenuti osceni, amorali, razzisti o discriminatori. La normativa esclude anche disegni che possano arrecare discredito alle istituzioni, che facciano riferimento a gruppi politici, incitino alla violenza o siano riconducibili ad associazioni criminali, rendendo necessaria la loro rimozione per l’ammissione.
- Per chi aspira alla carriera militare e possiede un tatuaggio non conforme al regolamento, è fondamentale procedere con la rimozione prima di partecipare al concorso. La normativa vigente è chiara: un candidato scartato a causa di un tatuaggio non idoneo non può essere riammesso allo stesso concorso.
Concorsi militari e tatuaggi: qual è il regolamento vigente e in quali casi è necessario ricorrere alla rimozione laser?
Un tempo i tatuaggi erano tipici di persone dall’animo ribelle, che poco o nulla avevano a che fare con i rigidi regolamenti della vita militare. Con il tempo, però, i tatuaggi sono diventati sempre più comuni, anche tra chi aspira a diventare un militare di professione, un poliziotto o un carabiniere.
Ma esiste una legge che proibisce ai militari e ai membri delle forze armate di sfoggiare tatuaggi sulla propria pelle? Chi vuole partecipare a un concorso per iniziare la carriera militare deve dunque sottoporsi obbligatoriamente a un trattamento di rimozione tatuaggi?
Approfondimenti
Vediamolo insieme.
Leggi anche: Rimozione tatuaggi: vantaggi e rischi della rimozione laser
Rimozione tatuaggi e concorsi militari: la normativa di riferimento
Iniziamo subito con il dare una risposta: avere un tatuaggio può effettivamente essere un motivo sufficiente per non essere ammessi alla carriera militare. Allo stesso tempo, però, bisogna sottolineare che avere un tatuaggio non è automaticamente una causa di esclusione dalle forze armate.
Alcuni tatuaggi, insomma, non pregiudicano questo tipo di carriera, mentre altri lo fanno, rendendo indispensabile ricorrere a un trattamento di rimozione tatuaggi.
A regolare la questione è la Direttiva sulla Regolamentazione dell’applicazione di tatuaggi da parte del personale militare del 26 luglio 2012. Questa legge ha lo scopo di prevenire qualsiasi situazione che possa danneggiare il decoro e l’immagine dell’Esercito Italiano e tratta gli argomenti relativi a tatuaggi e piercing (questi ultimi, va evidenziato, sono totalmente vietati, a prescindere dalla loro tipologia e posizione).
Si è detto, dunque, che alcuni tatuaggi impediscono l’ammissione di un aspirante militare. Ma qual è il motivo di questa scelta?
Le ragioni del legislatore, in realtà, sono almeno due.
In primo luogo, c’è il significato stesso dell’uniforme, la quale ha lo scopo di uniformare e quindi rendere uguali tutti i soldati. Non dovrebbe dunque stupire che l’aspetto esteriore di chi si unisce alle forze armate non possa essere “segnato” da tatuaggi, che potrebbero compromettere il concetto stesso di “uniforme“.
Non è tutto. Chi fa parte dell’esercito, infatti, è spesso impegnato in missioni operative lontane, in territori caratterizzati da culture, religioni e modi di pensare differenti. La presenza di segni esteriori evidenti come i tatuaggi, in alcuni casi, potrebbe indurre le popolazioni straniere a diffidare dei militari.

I tatuaggi vietati dall’esercito per cui è necessaria la rimozione
Come anticipato, alcuni tatuaggi sono vietati, altri no. In linea generale, sono proibiti tutti i tatuaggi che sono visibili una volta indossata l’uniforme: questo potrebbe far pensare che il divieto riguardi solo mani, collo e volto. Non è così semplice, poiché esistono l’uniforme estiva maschile, quella femminile con gonna e décolleté, e l’uniforme ginnica per accademie e scuole per sottufficiali.
Nel bando per volontari nell’Esercito 2025 sono state autorizzate alcune zone del corpo che, fino all’edizione precedente, non potevano riportare alcun tatuaggio. Parliamo in particolare degli avambracci e della parte delle gambe al di sotto del ginocchio, cioè quelle aree che rimangono visibili quando si indossa la divisa ginnica della Forza Armata. Qualcosa quindi sta cambiando, anche se l’ultima parola spetta ai selettori durante gli accertamenti del concorso.
Quindi meglio agire con prudenza.
Il divieto, peraltro, non riguarda solo la posizione. Anche tatuaggi ben nascosti potrebbero infatti rendere necessario un trattamento di rimozione. Sono proibiti tutti i tatuaggi, in qualsiasi parte del corpo, che abbiano contenuti osceni e amorali, offensivi della decenza e del decoro.
Sono altrettanto vietati tutti i tatuaggi che possano essere discriminatori e razzisti e che possano portare discredito alle Istituzioni della Repubblica Italiana e alle Forze Armate.
Allo stesso modo, sono proibiti i tatuaggi relativi all’appartenenza a gruppi politici o ad associazioni a delinquere, nonché quelli che incitano all’odio e alla violenza. In tutti questi casi, per poter intraprendere la carriera militare, si rende necessario un trattamento di rimozione tatuaggi.
Leggi anche: Rimozione tatuaggi: consigli utili post trattamento
Rimozione tatuaggi per entrare nell’esercito: quando farla?
La rimozione dei tatuaggi deve essere fatta per tempo, prima del concorso: secondo le regole vigenti, infatti, non è possibile essere riammessi al medesimo concorso dopo essere stati scartati per la presenza di tatuaggi non conformi.
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Concorsi militari e tatuaggi: domande frequenti
Un tatuaggio impedisce di partecipare ai concorsi per le Forze Armate?
No, avere un tatuaggio non è un divieto assoluto, ma la sua ammissibilità è soggetta a regole molto severe definite dalla direttiva del 2012. La valutazione dipende da due fattori principali: la posizione e il contenuto. Un tatuaggio è considerato non idoneo se risulta visibile indossando una qualsiasi delle uniformi di servizio, comprese quelle estive che lasciano scoperte braccia e gambe. Inoltre, anche se nascosto, un tatuaggio viene vietato se presenta contenuti offensivi, razzisti, politici, osceni o che ledono il decoro delle istituzioni, rendendo l’esclusione una concreta possibilità.
Quali tipi di tatuaggi sono specificamente vietati?
Il regolamento militare vieta specifiche categorie di tatuaggi indipendentemente dalla loro visibilità. Sono proibiti tutti i disegni con contenuti osceni, amorali o che possono offendere il pudore e la decenza pubblica. Vengono esclusi anche i tatuaggi con riferimenti discriminatori basati su razza, sesso o religione, quelli che incitano all’odio e alla violenza, o che mostrano affiliazione a gruppi politici e associazioni criminali. L’obiettivo è evitare qualsiasi simbolo che possa arrecare discredito alle Forze Armate o compromettere l’immagine neutrale e istituzionale che ogni militare deve rappresentare in Italia e all’estero.
Cosa bisogna fare se si ha un tatuaggio non permesso e si vuole tentare un concorso?
Se un aspirante militare possiede un tatuaggio considerato inidoneo secondo la normativa, l’unica soluzione per poter partecipare al concorso è procedere alla sua completa rimozione. È cruciale che il trattamento, tipicamente eseguito con tecnologia laser, sia completato prima dell’inizio delle prove concorsuali. Le regole attuali, infatti, non prevedono una seconda possibilità: un candidato escluso per un tatuaggio non conforme non potrà essere riammesso allo stesso bando di concorso. Agire in anticipo è quindi essenziale per non vedere preclusa la possibilità di intraprendere la carriera militare desiderata.


