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- L’elettrodermografo è uno strumento ideato dal tatuatore Michele Berretta non per la rimozione completa dei tatuaggi, ma per il loro sbiadimento. L’obiettivo primario è facilitare la realizzazione di tatuaggi di copertura (cover-up) su disegni preesistenti. A differenza dei laser medicali, questo dispositivo non è concepito per cancellare l’inchiostro in modo definitivo. Il suo funzionamento si basa su una corrente ad alta frequenza che disgrega i pigmenti, preparando la pelle per un nuovo tatuaggio e rendendo la cover-up più leggera e libera.
- Il funzionamento dell’elettrodermografo si basa sull’applicazione di una corrente ad alta frequenza che provoca l’elettrocoagulazione del tessuto epiteliale. Questo processo disgrega i pigmenti del tatuaggio, che vengono parzialmente espulsi attraverso la formazione di croste. Il trattamento causa una scarificazione controllata della pelle, portando a uno schiarimento dell’area. È fondamentale sottolineare che il suo scopo non è la cancellazione totale, ma uno sbiadimento preparatorio per le cover-up, con risultati che dipendono dal tipo di pigmento e dalla profondità del tatuaggio.
- Il processo di guarigione dopo una seduta con l’elettrodermografo richiede tempi specifici e attenzioni. Inizialmente si forma una crosta che cade spontaneamente dopo circa venti giorni. La guarigione superficiale della pelle si completa in circa quattro settimane, ma la stabilizzazione completa del tessuto richiede diversi mesi. È cruciale evitare l’esposizione al sole per almeno quaranta giorni dopo il trattamento per prevenire complicazioni e garantire un corretto recupero cutaneo, sottolineando la natura invasiva della procedura rispetto ad altre tecniche.
Strumenti di rimozione tatuaggi: che cos’è l’elettrodermografo e come funziona? Ecco tutti i pro e contro
Purtroppo, in rete, intorno al tema della rimozione dei tatuaggi c’è parecchia confusione. Spesso, metodi senza alcuna reale possibilità di cancellare un tatuaggio in modo soddisfacente vengono promossi come efficaci. Allo stesso modo, altri dispositivi, concepiti per scopi differenti, sono talvolta presentati come macchinari “innovativi” per la rimozione tatuaggi.
E questo, ovviamente, accade mentre tantissime persone cercano online informazioni affidabili per poter cancellare con risultati certi il proprio tatuaggio non più desiderato né apprezzato.
Approfondimenti
Tra gli apparecchi intorno ai quali c’è maggiore confusione figura senza ombra di dubbio l’elettrodermografo: ne hai mai sentito parlare? Alcuni lo confondono con un vero e proprio dispositivo per la rimozione tatuaggi, paragonandolo per esempio ai dispositivi laser specifici.
La realtà, però, è diversa, e confondersi potrebbe essere persino dannoso.
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Cos’è l’elettrodermografo?
Spiegare cos’è l’elettrodermografo è sicuramente più semplice che descrivere il funzionamento di un dispositivo laser per la rimozione dei tatuaggi. Si tratta infatti di un particolare generatore di corrente ad alta frequenza inventato e brevettato da Michele Berretta.
Quest’ultimo è un tatuatore italiano che tatua da quasi tre decenni e che, in innumerevoli occasioni, si è ritrovato a eseguire delle cover-up, ovvero tatuaggi di copertura su tattoo non più desiderati.

Tale operazione, però, non è semplice come si potrebbe pensare e non permette nemmeno una soddisfacente flessibilità. Per coprire a dovere un tatuaggio sottostante, infatti, è necessario realizzare un nuovo tatuaggio particolarmente pieno e scuro, l’unico modo per nascondere efficacemente il disegno preesistente.
Berretta ha dunque deciso di cercare una soluzione che potesse agevolare la pratica della cover-up, ed è così che è arrivato a inventare l’elettrodermografo, il quale dunque non è in nessun modo un dispositivo che mira a una vera e propria rimozione dei tatuaggi. Tale dispositivo, infatti, viene impiegato da alcuni tatuatori per ‘sbiadire’ un tatuaggio, così da permettere una cover-up più leggera, agevole e libera.
Ma come funziona questo particolare macchinario?
L’elettrodermografo si basa sulla generazione di corrente ad alta tensione, la quale, proiettata verso la pelle, va a disgregare i pigmenti del tatuaggio, che vengono poi in parte espulsi dal derma mediante la formazione di una crosta superficiale.
Caratteristica peculiare della pelle trattata con l’elettrodermografo è l’elettrocoagulazione del tessuto epiteliale, che comporta un marcato cambiamento di colore della pelle, la quale diventa molto più chiara.
Non è un caso se l’elettrodermografo viene utilizzato anche per la realizzazione di elettrodermografie, ovvero particolari disegni cutanei che, anziché basarsi sull’inserimento di inchiostro, prendono corpo a partire dalla scarificazione della pelle.
L’utilizzo principale di questo dispositivo, in ogni caso, resta quello della scarificazione dei vecchi tatuaggi, in preparazione di una successiva cover-up. Il tatuaggio viene dunque schiarito, ma non cancellato nel vero senso del termine.
Gli stessi produttori dell’elettrodermografo avvisano i consumatori di non utilizzare mai e per nessuna ragione il dispositivo per rimuovere completamente un tatuaggio, sottolineando la natura non medicale del macchinario.
Il risultato dell’elettrodermografia dipende in larga parte dal tipo di pigmento utilizzato per la realizzazione del tatuaggio da cancellare, dall’età del tattoo e dalla sua profondità.
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Cosa succede dopo un’elettrodermografia?
Al termine di una seduta di elettrodermografia, sulla pelle trattata sarà presente una crosticina marrone, destinata ad aumentare di spessore nelle ore seguenti. Le croste inizieranno a cadere dopo una ventina di giorni, mentre la guarigione della pelle trattata avviene dopo circa quattro settimane.
Va detto, però, che la piena stabilità della pelle si raggiunge solamente nei mesi seguenti (la pelle trattata non va infatti esposta ai raggi solari durante i primi 40 giorni dalla seduta con l’elettrodermografo).
Elettrodermografo e rimozione tatuaggi: domande frequenti
Cos’è l’elettrodermografo e a cosa serve?
L’elettrodermografo è un dispositivo ideato dal tatuatore Michele Berretta per facilitare la realizzazione di tatuaggi di copertura. Non è un macchinario per la rimozione totale dei tatuaggi, ma serve a schiarirli. Agisce tramite una corrente ad alta frequenza che disgrega i pigmenti dell’inchiostro, rendendo la pelle più adatta a ricevere un nuovo tatuaggio. Il suo utilizzo consente di eseguire cover-up più leggeri e con maggiore libertà artistica.
Come funziona l’elettrodermografo durante il trattamento?
Il funzionamento dell’elettrodermografo si basa su una corrente ad alta frequenza che provoca l’elettrocoagulazione del tessuto epiteliale. Questo processo disgrega i pigmenti del tatuaggio, favorendone l’espulsione tramite la formazione di croste. Non si tratta di una rimozione totale, ma di uno sbiadimento parziale utile per le cover-up. I risultati variano in base al tipo di pigmento usato e alla profondità del tatuaggio originale.
Cosa succede alla pelle dopo una seduta con l’elettrodermografo?
Dopo il trattamento si forma una crosta marrone che cade spontaneamente entro circa venti giorni. La guarigione superficiale della pelle avviene in quattro settimane, ma la completa stabilizzazione può richiedere alcuni mesi. Durante almeno i primi quaranta giorni è fondamentale evitare l’esposizione al sole. Si tratta di una procedura invasiva, motivo per cui va seguita con attenzione anche nel periodo post-trattamento.


