Quali sono le caratteristiche che rendono la rimozione tatuaggi più o meno difficile?
Rimozione laser tatuaggi: quando diventa una necessità
Quando si parla di rimozione tatuaggi è probabile che si pensi che eliminare tattoo sia più difficile che farli e non sempre sia possibile portare a termine il percorso di rimozione con successo.
I tatuaggi si fanno spesso in giovane età, senza pensare che si tratta di segni che possono accompagnarci sino alla fine dei nostri giorni. Gusti e passioni, crescendo, possono cambiare e in tanti si pentono di aver inciso qualcosa sulla pelle che non gli piace più.
Altri possono essere costretti alla rimozione dei tatuaggi da altre circostanze, magari lavorative. Per fare lo steward o la hostess e per entrare nelle forze armate, ad esempio, è indispensabile non avere tatuaggi o piercing visibili.
Approfondimenti
Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore della Sanità nel 2015, nel nostro Paese ci sono quasi sette milioni di persone tatuate. Di queste, la larghissima maggioranza, più precisamente il 92,2 % è soddisfatta dei propri tattoo. Tuttavia una percentuale non trascurabile di tatuati, il 17,2 % del totale, ha dichiarato di avere intenzione di rimuovere il proprio tatuaggio. Di questi ultimi, il 4,3% si è già mosso in tal senso, rivolgendosi a medici specializzati.
L’efficacia della rimozione dei tatuaggi
L’efficacia del trattamento di rimozione dei tatuaggi dipende dal fototipo del paziente e da 4 particolari fattori legati al pigmento.Ecco di seguito quali:
- colore
- profondità
- tipo
- densità
I tatuaggi risultano più complicati da rimuovere quando sono caratterizzati da una maggiore profondità e densità del pigmento. Alcuni colori, in particolare quelli chiari (giallo, celeste, verde chiaro), sono molto difficili se non impossibili da rimuovere perché assorbono meno energia. I tatuaggi più vecchi invece sono più facili da togliere poiché il corpo ha già eliminato nel corso del tempo parte del pigmento.
È comunque indispensabile rivolgersi solo a professionisti esperti del settore, in grado di offrire protocolli di trattamento sicuri ed efficaci, con il supporto delle migliori tecnologie offerte dal mercato.
La tecnica di rimozione laser dei tatuaggi più sperimentata nel 2018
Ora come ora, la tecnica di rimozione tatuaggi più sperimentata è rappresentata dai laser Q-Switched, apparecchi in grado di produrre un impulso laser di brevissima durata, nell’ordine dei nanosecondi. Tali impulsi distruggono le cellule all’interno delle quali sono accumulati i granuli di pigmento, frantumandoli in frammenti più piccoli, di diametro variabile tra i 10 ed i 100 millesimi di millimetro.
I pigmenti vengono così smaltiti tramite i normali processi fisiologici, attraverso i liquidi corporei o per mezzo di cellule migranti, nel corso dei giorni e delle settimane successive alla seduta laser.
La durata del trattamento di rimozione dei tatuaggi
Un ciclo di trattamenti laser programmato con perizia, tenendo conto delle caratteristiche del caso specifico, dovrebbe prevedere una serie di sedute di rimozione distanti un congruo periodo di tempo che può variare tra i 45 ed i 60 giorni.
Rispettare tale cadenza temporale è necessario perché occorre aspettare la spontanea rimozione dei pigmenti da parte dell’organismo, così da proseguire poi con la progressiva eliminazione del tatuaggio nelle successive sedute.
A prescindere dalla preparazione dell’operatore medico, rimane comunque difficile sapere in anticipo quante sedute serviranno per la rimozione del tatuaggio. Nei casi più semplici possono essere sufficienti circa 5 sedute per raggiungere il risultato definitivo, mentre qualora la situazione di partenza fosse più complessa, potrebbero essere necessarie più di 10 sedute per raggiungere l’obiettivo preventivato.
Le caratteristiche che rendono un tatuaggio difficile da eliminare
Come già accennato prima, a prescindere dalla competenza dell’operatore medico a cui si è scelto di affidarsi, esiste inevitabilmente una minima percentuale di casi in cui il trattamento può essere insoddisfacente e non raggiungere il risultato sperato.
L’esito della rimozione dei tatuaggi dipende da fattori differenti.
I tattoo professionali, realizzati da una mano esperta e con strumenti di alto livello, sono spesso più difficili da rimuovere rispetto a quelli amatoriali e fatti in casa senza l’utilizzo di strumenti specialistici. La causa risiede nella maggior profondità del pigmento e nella sua elevata densità quando si utilizzano dispositivi ad hoc.
Anche il colore ha un’importanza tutt’altro che secondaria. I colori chiari, come il bianco, il verde, l’azzurro e soprattutto il giallo, possono essere molto difficili, se non impossibili, da rimuovere. Il rosso, invece, rappresenta un caso particolare: a volte, infatti, può scurirsi a causa della presenza di materiali ferrosi presenti nel pigmento ed essere eliminato quindi come un tatuaggio nero dopo un ciclo completo di trattamenti.
Ancora, i tatuaggi più vecchi sono più facili da eliminare rispetto a quelli più recenti. La ragione, in questo caso, è più intuitiva: il corpo, con il passare del tempo, ha già smaltito in autonomia una parte del pigmento.
Infine, la rimozione tatuaggi con il laser Q-Switched non è generalmente piacevole e ciò potrebbe rendere più complesso il trattamento. Premesso che molto dipende dalla sopportazione del dolore di ciascuno, molti pazienti parlano di una sensazione simile a quella provata durante la realizzazione del tatuaggio, mentre altri sostengono che il trattamento laser sia ancora peggio che farsi tatuare. Il dolore viene descritto come simile a quello provocato dall’olio bollente sulla pelle o a quello di quando si viene colpiti da un elastico.
Di sicuro, se si pensa di rimuovere un tatuaggio, vale la pena iniziare un ciclo di sedute e sottoporsi al trattamento laser in modo da ridare alla pelle l’aspetto originario e non avere più segni indesiderati.